mercoledì 25 febbraio 2015

Origini del teatro.




Le origini1 delle arti sceniche si fondono con la nascita dei riti sacri di propiziazione o ringraziamento rivolti alle divinità.
Il ritmo, la melodia e la danza sono state le prime reazioni degli uomini alle misteriose e incontrollabili forze della natura. Gli dei venivano invocati per assicurarsi protezione contro eruzioni vulcaniche, terremoti, uragani, pestilenze, alluvioni, siccità e le figure divine erano spesso identificate con elementi naturali come fiumi e vulcani, o il Sole e la Luna.

Origini del teatro. Danzatrici dell'Antico Egitto
I riti si svolgono secondo un certo ordine: le azioni “sceniche” prima mirano ad attirare l’attenzione degli dei, poi a trattenerne l’interesse e infine a congedarli.

Il rito inizia spesso con il suono ritmico dei tamburi accompagnato da una danza a passi cadenzati. Le danze in cerchio rispecchiano la continuità dell’ordine naturale, mentre un’inversione o altre variazioni indicano i cambiamenti, come il passaggio dal giorno alla notte o da una stagione all’altra. Il rito può essere accompagnato anche dalla voce, solo raramente dal linguaggio.

Danza popolare dei Papua Nuova Guinea
Con il passare del tempo, alcuni nemici soprannaturali lasciano il passo a nemici più tangibili, ma altri permangono in forma di spettri, demoni e streghe.
I riti di propiziazione infondono sensazioni piacevoli, dovute sia alla preparazione e all’aspettativa, sia al successivo senso di liberazione e sollievo, che incentivano la ripetizione periodica dei riti stessi, di anno in anno, di generazione in generazione.

Per stabilire il contatto con il divino e per interpretare la sua interazione con l’uomo è necessaria una figura dotata di abilità e sensibilità speciali: lo stregone, il guru, il sacerdote. Questo eccezionale intermediario stabilisce la formula del rituale e articola un canto, che potremmo assimilare ad una preghiera, le cui parole chiave vengono ritmicamente ripetute all’unisono dal resto della comunità. Si instaura così un equilibrio tra solista e coro che caratterizza quella che viene denominata “danza drammatica”. 

Altri elementi essenziali sono il costume e la maschera facciale, e anche il tempo e il luogo devono essere quelli adatti. Sorgenti, radure, caverne, se abitati da un genius loci benigno, diventano “luoghi sacri”, appropriati per il rito. Esempi sono i boschetti sacri in Italia e i pozzi sacri nel Galles e in Irlanda.
Il tempo viene scelto in corrispondenza dei momenti dell’anno in cui c’è un importante equilibrio e quindi i giorni ideali sono quelli dei solstizi e degli equinozi.

Giorno sacro e giorno festivo diventano sinonimi: l’intera comunità sospende le attività lavorative e si dedica alla celebrazione comune.
Danza del bisonte dei Mandan (Nord America)
Le danze drammatiche si differenziano a seconda dell’occasione e ne mostrano il significato.
Durante la celebrazione si offrono doni agli dei, interpellati affinché accordino alla comunità protezione e aiuto e, alla fine della giornata di festa, tutto torna alla quotidiana routine.



Nota 1 - Una precisazione ci pare doverosa. È molto difficile descrivere con certezza le origini del teatro, perché le testimonianze sono scarse e, per ricostruire una storia così remota, gli studiosi fanno riferimento alle feste folcloriche europee e alle celebrazioni di tipo “primitivo” ancora vitali in popolazioni che non condividono la “modernità” occidentale. Nonostante cerimonie simili siano riconoscibili in tutti i continenti, è opportuno essere consapevoli del fatto che, se riteniamo p.es. le danze indiane del Nord e del Sud America, o i riti dei Papua Nuova Guinea, uguali a quelli che si svolgevano agli albori della civiltà occidentale, stiamo formulando un’ipotesi non verificabile.

Bibliografia e Sitografia:

G. Wickham, Storia del teatro, 1988, Società editrice il Mulino

Le immagini sono tratte da:
footage.framepool.com